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San Sebastiano (Narbona?, 256 – Roma, 20 gennaio 288) è stato un Santo italiano, di origine francese, venerato come martire dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Cristiana Ortodossa.
Secondo la leggenda il santo visse quando l'impero era guidato da Diocleziano. Divenuto alto ufficiale dell'esercito imperiale, fu il comandante della prestigiosa prima coorte della prima legione, di stanza a Roma per la difesa dell'Imperatore. Quando Diocleziano che aveva in profondo odio i fedeli di Cristo, scoprì che Sebastiano era cristiano esclamò: “Io ti ho sempre tenuto fra i maggiorenti del mio palazzo e tu hai operato nell'ombra contro di me, ingiuriando gli dei”; fu quindi da lui condannato a morte, trafitto da frecce. Sempre secondo la leggenda, dopo questo martirio fu abbandonato perché i carnefici lo credettero morto, ma non lo era, e fu amorevolmente curato e riuscì a guarire. Cercando il martirio, sarebbe ritornato da Diocleziano per rimproverarlo e questi avrebbe ordinato di flagellarlo a morte, per poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima.
Ambrogio (340-
Tuttavia le biografie e le leggende che lo narrano al servizio di Diocleziano a Roma o l'intervento attivo dell' Imperatore nelle vicende del suo martirio, comprese quelle attestate da Sant'Ambrogio poco dopo, sono spurie perché Diocleziano non risiedette mai a Roma.
Sebastiano, martirizzato sotto Diocleziano, viene raffigurato solitamente trafitto da frecce. La salma venne recuperata da mani pietose e sepolta nelle catacombe che oggi vengono appunto dette "di San Sebastiano". San Sebastiano sarebbe stato martirizzato sui gradus helagabali ovvero i gradini di Elagabalo. In quello stesso luogo venne eretta una chiesa in suo nome. I gradini di Elagabalo si identificano, forse, in un tempio Romano sul versante orientale del palatino
La memoria liturgica ricorre il 20 gennaio. Spesso, in passato, Sebastiano veniva invocato come protettore contro la peste. Attualmente, in Italia, è il santo patrono della polizia municipale. Oggi è invocato contro le epidemie in generale, insieme a san Rocco. È particolarmente venerato in Sicilia fin dal 1575, anno in cui infuriò la peste e in molte città veniva invocato contro la terribile epidemia. Ma il culto si diffonde sin dal 1414 anno in cui una statua del Santo martire venne ritrovata presso l'isola Magnisi in provincia di Siracusa. Alcuni marinai sostenevano di essersi salvati da un naufragio grazie alla protezione di quella statua. Subito accorserso in quel luogo centinaia di persone incuriosite da tutta la provincia. Nessuno riuscì a sollevare la cassa contenente il simulacro del santo, nemmeno il vescovo di Siracusa accompagnato dal clero e dai fedeli della città. Ma i cittadini di Melilli il 1° maggio 1414 giunti sul posto riuscirono a rissollevare la cassa che entrata in paese tra invocazioni e preghiere divenne di nuovo pesante: segno che San Sebastiano voleva fermarsi lì. All'ingresso del paese si verificò il primo miracolo: un lebbroso venne guarito. Queste informazioni sono contenute in un antichissimo documento custodito negli archivi della Basilica in Melilli. Da allora ogni anno (la festa è stata spostata al 4 maggio per motivi di ordine pubblico da quando fu istituita la festa del lavoro) San Sebastiano viene festeggiato solennemente. Il 4 maggio alle ore 04.00 del mattino viene aperto il santuario per accogliere i pellegrini provenienti da ogni parte invocando il santo: "semu vinuti di tantu luntanu, Primu Diu e Sammastianu! E chiamamulu ca n'ajuta!" Melilli si popola di tantissimi fedeli provenienti da Avola, Siracusa, Cassaro, Cassibile, Lentini, Floridia, Priolo, Solarino, Sortino, Ferla, Ragusa, Palazzolo, Canicattini, Francofonte, Grammichele, Scordia, Ramacca, Vizzini, da tutta la Sicilia orientale e oltre. Anche all'estero gli emigrati hanno diffuso la devozione. Commovente l'arrivo dei nuri di Melilli e di Solarino. Questi pellegrini sono chiamati nuri perchè in passato facevano il pellegrinaggio quasi nudi, con pantoloncini o mutande e a torso scoperto, con in mano fiori in omaggio al Santo. Oggi, invece, i nuri di San Sebastiano indossano vestiti bianchi e fascia rossa, camminando sempre scalzi. Affrontano chilometri di strada, offrendo torce e cere votive (ex-
San Sebastiano, Patrono dei Vigili Urbani
Secondo alcune leggende greche e latine, Sebastiano sarebbe un funzionario imperiale dellaGallia. La tradizione cristiana presenta il giovane militare Sebastiano come coraggioso nella professione cristiana, astuto e deciso nella diffusione della fede, leale e fedele nell'esecuzione dei comandi, caritatevole nell'assistenza ai prigionieri e nella pia opera di sepoltura dei martiri. Il più antico romanzo storico è la “Passio Sancti Sebastiani”, scritta quasi certamente durante il pontificato di Sisto III (432 -